VILLA SANTO STEFANO

Il mito fondativo di Villa Santo Stefano racconta che il re volsco Metabo, padre della principessa guerriera Camilla, era solito cacciare in questo territorio, ed a memoria di questo è stata eretta un edificio ancora esistente, la Torre di re Metabo, situata all’ingresso del centro storico del paese.Le gesta del re volsco sono raccontate nell’Eneide di Virgilio, che inoltre cita il fiume Amaseno, collocando geograficamente la mitica vicenda all’interno del territorio santostefanese:

«Ecco un giorno assalito con la caccia / Dietro, fuggendo, a l’Amasèno arriva. / Per pioggia questo fiume era cresciuto, / E rapido spumando, infino al sommo / Se ne gía de le ripe ondoso e gonfio.»
(Eneide, Virgilio)

Secondo la verità storica, i primi insediamenti erano localizzati sulle rive del fiume Amaseno, e sono risalenti all’epoca romana. Sulla montagna alle spalle del paese sono stati riscontrati resti di epoca tardo-romana, appartenenti ad insediamenti rurali.

In seguito alle invasioni barbariche ed alle imprese saraceniche, la popolazione sparsa nelle campagne risalì le più sicure pendici del monte Siserno, dando vita a Castrum Sancti Stephanii. All’inizio del XIII secolo il territorio santostefanese è in mano alla famiglia De Ceccano, che fece erigere la fortificazione, il palazzo del Marchese e la torre dedicata a Metabo, per accogliere la popolazione al suo interno. Nel 1224, Giovanni I de Ceccano cede al figlio primogenito Landolfo II il castello di Santo Stefano insieme ad ArnaraPatrica e Pisterzo.

Il feudo verrà venduto nel 1425, ai signori Antonio, Prospero ed Odoardo Colonna. I Colonna saranno i baroni di Santo Stefano fino al 1816, anno in cui i detti signori rinunceranno a tutti i loro feudi a causa della soppressione dei feudi avvenuta con Napoleone, il territorio di Villa Santo Stefano passò allo Stato Pontificio. Con la formazione del Regno d’Italia, Santo Stefano è entrato a far parte della Sotto Prefettura di Frosinone e del Mandamento di Ceccano. Nel 1872 Santo Stefano cambiò denominazione in Villa Santo Stefano a causa delle numerose omonimie con altri comuni.

Con gli altri paesi del frusinate, anche Villa Santo Stefano ha vissuto il fenomeno del brigantaggio, conseguenza diretta della presenza napoleonica nel basso Lazio tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Villa Santo Stefano ha avuto sempre un’economia povera, basata sull’agricoltura e sulla pastorizia, ed ha conosciuto la diaspora dell’emigrazione verso Stati UnitiCanada ed Argentina alla fine dell’Ottocento.

Il 28 marzo 1932 Villa S. Stefano subì il franamento del suolo nel centro storico e il crollo di diverse abitazioni nel Rione Gorizia. Nuove case vennero costruite fuori dal centro storico in una zona più alta, vicino la chiesa di S. Sebastiano.

Monumenti e luoghi d’interesse

Architetture religiose

  • Collegiata di Maria Assunta in Cielo: (sec. XVIII) sita nel centro storico fu costruita sui resti di una chiesa medievale, anticamente chiamata Collegiata di S. Stefano. Presenta tre navate, ha uno stile barocco romano e negli anni è stata più volte restaurata. Nel periodo di Natale un presepe viene esposto al suo interno.
  • Chiesa di San Sebastiano: sita all’ingresso del paese, lungo la strada che conduce a Giuliano di Roma, fu realizzata nel XVII secolo e restaurata più volte. Presenta un’unica navata e al suo interno custodisce la statua lignea di San Rocco.
  • Santuario della Madonna dello Spirito Santo: sito a circa 1 km a sud-ovest del paese, fu costruito nel XVIII secolo. È in stile barocco, presenta un’unica navata e al suo interno custodisce un dipinto dal nome Madonna dello Spirito Santo. Sul posto era presente in passato un rudere di antica Cappelletta chiamato “Cuona dello spirito santo”. Si narra che in quel luogo l’11 aprile 1721 Pietrangelo Filippi, nato cieco miracolosamente riacquistò la vista e che durante i pellegrinaggi sul luogo sulla facciata della Cappelletta apparvero la Madonna e Gesù bambino. Venne eretto il santuario e questo ricevette la benedizione del vescovo Francesco Borgia il 14 maggio 1733. Dopo il crollo del tetto il santuario subì dei rifacimenti e venne riaperto nel 1873 e poi fu restaurato di nuovo nel 1972.
  • La Chiesa di San Giovanni in Silvamatrice: sita in campagna, nella contrada di S. Giovanni fu la prima chiesa realizzata nel territorio di Villa S. Stefano. Conserva al suo interno tracce di affreschi medievali, ma è abbandonata.

Architetture civili

  • Palazzo del Marchese (sec. XVIII)
  • Torre dell’Ospedale Vecchio
  • Acquasantiera con epigrafe dedicatoria (sec. XVI)
  • Palazzo Card. Iorio ex frantoio Colonna (sec. XVIII)
  • Torre medievale di Re Metabo e Galleria comunale Pomponio Palombo
  • Piazza del Mercato e lapide a ricordo del terremoto del 1654
  • Belvedere delle Ceneri (sec. XX)